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La giustizia rumena viola diritti umani di Mario Iorgulescu

LA GIUSTIZIA RUMENA VIOLA DIRITTI UMANI DI MARIO IORGULESCU, MALATO E INVALIDO.

Mario Iorgulescu, figlio del presidente della Lega Calcio Romania è ricoverato in Italia dal 2019 e sotto processo nonostante incapace di stare in giudizio.

L’ 8.09.19 la vettura di Mario Iorgulescu si scontrava con un veicolo a bordo del quale si trovava un altro ragazzo che purtroppo nell’incidente perdeva la vita.

Iorgulescu miracolosamente sopravvissuto – ma in gravi condizioni – veniva condotto all’ospedale di Elias in terapia intensiva ma in continuo peggioramento.

Nonostante intubato ed incosciente il pubblico ministero e la polizia giudiziaria volevano forzatamente accedere in ospedale per le prime dichiarazioni e per l’arresto.

Stabilizzatosi veniva trasferito in Italia per le migliori cure. Da quel momento vive in Italia.

Le condizioni di Mario continuavano a peggiorare fino a cronicizzarsi in maniera irreversibile. I traumi subìti uniti alla sua personale e pregressa situazione clinica deponevano a sfavore del giovane.

Tramite la Cooperazione giudiziaria europea in materia penale la giustizia rumena emetteva un mandato di arresto europeo per omicidio stradale volontario.

Si attivavano i Giudici della Corte d’Appello di Milano ed il Procuratore Generale, ed in quasi tre anni venivano disposte cinque perizie psichiatriche assegnate a periti terzi nominati dal Tribunale, i medici evidenziavano una condizione via via in crescente peggioramento, fino all’ultima valutazione del maggio 2022 in cui la dott.sa Marina Verga  concludeva che   “ La condizione del periziando nell’attualità confermata come di persona non in grado di partecipare al processo per deficitarietà della capacità di pianificazione/decisione, giudizio e valutazione delle conseguenze,  accompagnate da difficoltà di concentrazione e ritenzione di materiale nuovo. Tale condizione non appare, allo stato delle attuali conoscenze mediche, potersi giovare di modificazioni positive (e sono presenti aspetti prognosticamente negativi) tali da restituire capacità di stare in giudizio, risultando quindi ad oggi non reversibile. Nell’attualità e con le attuali conoscenze mediche appare potersi concludere che la situazione attuale, sovrapponibile alla precedente, non solo appare di non capacità di stare in giudizio ma anche non passibile di utile e necessario miglioramento. “

In data 31.05.2022 la Corte d’Appello di Milano dopo due anni e mezzo pronunciava sentenza di non doversi  procedere sul mandato di arresto europeo per incapacità di stare in giudizio, situazione clinica psichiatrica irreversibile. (Corte d’ Appello di Milano sent. n. 38/22 – proc. N. 35/2020 MAE – Presidente Giudice NOVA, Consiglieri Giudice BARBARA e Giudice Arnaldi).

Altresì l’Inps riconosceva a Iorgulescu un’invalidità civile del 100% ed il Tribunale nominava un amministratore di sostegno a tempo indeterminato.

Lo rende noto l’avvocato Claudio Falleti dello Studio Legale Internazionale Falleti & Partners, al quale il Presidente Iorgulescu ha affidato la delicata questione del figlio, il quale ha dichiarato all’ANSA: “La giustizia rumena – in particolare il pubblico ministero del processo Iorgulescu – benché abbia attivato tutti gli strumenti della cooperazione giudiziaria in materia penale e malgrado le gravi evidenze cliniche, non solo ha continuato ad insistere sul mandato di arresto respinto dalla magistratura italiana – nonostante fosse consapevole dell’incapacità di intendere e volere dell’imputato – ma durante le varie udienze non ha mai ammesso le perizie italiane come prova dello stato di salute, si è sempre rifiutato di richiederne di proprie con una rogatoria, prendendosi gioco dell’attività svolta dai periti nominati della Corte d’Appello di Milano come a significare tra le righe che l’attività medica espletata fosse quasi costruita ad arte per evitare il processo.  Mario Iorgulescu è purtroppo in una condizione clinica irreversibile, non è processabile, ma in Romania è più forte la voglia di giustizia sommaria perché figlio di Gino Iorgulescu, ex difensore dell’Inter, campione di calcio internazionale e presidente della Lega Calcio Romania da ormai 15 anni.”

Un accanimento che fa molto pensare in quanto un ruolo – quello di Gino Iorgulescu – che da fastidio a molti in Romania, persona retta ed inattaccabile a livello giudiziario.

Quanto accaduto nell’incidente rattrista tutti perché una altro ragazzo ha perso la vita  ed in una condizione di normalità continua Falleti è corretto e lecito l’esercizio dell’azione penale per chiarire i fatti ed attribuire le relative responsabilità anche se molti aspetti di questo processo non tornano, dalla sua conduzione nonostante un soggetto non in grado di stare in giudizio, alla volontaria e mancata acquisizione delle prove. Nel caso di Mario stiamo assistendo però ad un accanimento giudiziario che non si ferma nemmeno difronte ad una accertata, comprovata ed irreversibile incapacità di intendere e di volere, difronte ad una invalidità civile del 100%. Molto probabilmente si sta attaccando il figlio per destabilizzare il padre.

I problemi di salute di Mario erano noti alla famiglia anche prima dell’incidente, ovviamente per privacy non lo erano per l’opinione pubblica, problemi che si sono acuiti con il trauma celebrare occorso nell’incidente.

Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge, recita l’art. 7 della dichiarazione universale dei diritti umani, principio che purtroppo viene oggi applicato discrezionalmente.

I media rumeni ed il procuratore si sono accaniti contro Mario Iorgulescu e contro il padre – il presidente  Gino Iorgulescu – distorcendo volontariamente la realtà dei fatti e le reali condizioni di salute, dipingendo il mio assistito come un fuggitivo che vuole sottrarsi alla giustizia, procedendo sommariamente e demonizzandolo.

E’ giusto che si accertati la responsabilità penale, in un equo processo , e che l’indagato  risponda delle accuse e si difenda. Tutto ciò quando ci sono le condizioni per celebrare un processo.( sic!)

In questo caso il processo è stato condotto a prescindere dall’incapacità di intere e volere di una persona e dalla capacità di stare in giudizio della stessa. Situazione accertata dalla Corte d’Appello di Milano dopo un attento e scrupoloso lavoro.

L’8 febbraio 2023 ci sarà l’ultima udienza e considerata la conduzione del processo  assisteremo certamente ad una condanna sommaria di una persona non processabile ed incapace di stare in giudizio. Proporremo sicuramente appello, ma soprattutto adiremo  tempo debito alla Giurisdizioni Europee Superiori affinché la parola “DIRITTO” riacquisisca il suo reale significato.

Intanto chiediamo agli organi di informazione che si faccia luce sulla situazione di arbitrarietà e di mancato rispetto dei diritti umani di un ragazzo malato psichiatrico affinché gli organi di informazione rumeni non seguitino a definire Mario Iorgulescu un latitante nel nostro paese, ma che riportino la realtà dei fatti, una persona malata in maniera irreversibile giudicata tale dalle nostre autorità.

Avvocato Claudio Falleti

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